La recensione
Pfeifer è stato il primo pellet in assoluto che abbiamo provato, ormai diversi anni fa. Con la prima stufa, una piccola Calimax, abbiamo bruciato pellet Pfeifer per un’intera stagione.
Al tempo non avevamo riscontri e non potevamo fare paragoni, li possiamo invece fare oggi, dopo molti inverni e molte prove con vari tipi di pellet.
Prima di fare la recensione, diamo il merito al pellet Pfeifer di aver contribuito a farci innamorare del pellet, del riscaldamento tramite pellet; in parte questa passione la dobbiamo anche al Pfeifer, facendoci conoscere fin da subito il lato migliore del pellet.
Si perché qualitativamente il pellet Pfeifer non si discute. Era tra i migliori anni fa, lo è probabilmente ancora oggi.
All’apertura del sacco una delle caratteristiche migliori, la compattezza, la pochissima polvere di residuo, sintomo di trasporto efficace ed efficiente, oltre che di una buona conservazione e di un buon processo produttivo.
Pellet Pfeiffer ha poca umidità, attacca bene, senza particolare fumo o ritardi. La fiamma è bella gialla, pulita, il calore buono. Ha una ottima resa perché il consumo non è elevato.
Al termine della combustione la cenere è piuttosto grossolana, tipica dell’abete, ma poco abbondante. Il vetro è piuttosto pulito.
Il lato negativo del Pfeifer è il prezzo, tra i più cari in assoluto, a fronte comunque di un’ottima qualità. Col tempo noi abbiamo iniziato a preferire l’utilizzo di pellet meno cari: preferiamo una pulizia un po’ più frequente, una resa simile ma pagare meno.
Di seguito tutte le recensioni degli altri utilizzatori, mentre per le caratteristiche tecniche vi rimandiamo alla sezione dedicata.